È convinzione abbastanza diffusa che le app mobili siano un mezzo facile per guadagnare e molte persone mi chiedono spesso come si fa a pubblicarne una e, soprattutto, quanto costa. In effetti, basta una breve indagine per scoprire che passare dall’idea di un’app alla sua realizzazione non è così semplice.

Il processo per progettare, sviluppare e pubblicare un’app è concettualmente analogo per tutte le piattaforme di app (Android, iOS, Windows ecc.). Tuttavia, per evitare di cadere nelle mani sbagliate, è utile farsi un quadro generale dei passaggi e delle conoscenze che sono necessarie per affrontare l’avventura.

Idea

Per quanto banali, tutte le grandi app sono partite da un’idea. Che si tratti di un videogioco o un’app per uso professionale, il punto di partenza è stabilire quale esigenza si vuole soddisfare ponendosi alcune domande fondamentali.

  • Esistono già app che risolvono questo problema?
  • Se la risposta è no, quali possono essere i motivi?
  • Se la risposta è sì, chi sono i concorrenti e quanto sono forti sul mercato?
  • Quali tecnologie esistenti possono essere utilizzate (GPS, social, chat ecc.)?
  • L’app può avere vita autonoma (ad esempio, un gioco off-line) o richiede una gestione costante (fornitura di contenuti, aggiornamenti ecc.)?
  • L’app dovrà essere gratuita o a pagamento e quale può essere il budget per la sua realizzazione (e l’eventuale ritorno economico)?

Sviluppo

Stabilito che l’idea è buona, si passa alla realizzazione. Per arrivare a un prototipo da testare prima della pubblicazione, ci sono vari passaggi da affrontare:

  • Decidere su quali piattaforme sarà pubblicata l’app (Android, iOS, Windows, altro….)?
  • Scegliere quali linguaggi e piattaforme di sviluppo saranno utilizzati per programmare l’app. Saranno utilizzati linguaggi nativi o (ad esempio, Android Studio per Android, xCode per iOS o Visual Studio per Windows) o sistemi di sviluppo che consentono di condividere il codice su più piattaforme (ad esempio, Cordova, Ionic, Xamarin ecc.)?
  • Progettare la struttura e l’interfaccia dell’app traducendo l’idea in un progetto che può essere convertito in istruzioni di programmazione?
  • Scrivere l’app in base alle indicazioni progettuali, processo questo che richiede una buona interazione tra ideatore, progettista e programmatori.
  • Creazione del prototipo e test. Se tutto va come previsto, si arriva a generare un prototipo dell’app che deve essere testato da non sviluppatori o almeno da persone non coinvolte nello sviluppo per garantire un’esperienza più genuina.

Pubblicazione

Si potrebbe pensare che una volta completate le fasi di sviluppo e test, il lavoro è fatto. Non è così: la pubblicazione è un momento cruciale e comporta scelte che possono determinare il successo o meno di tutta l’operazione.

  • Scegliere gli online store sui quali pubblicare l’app
  • Seguire tutte le procedure di registrazione e certificazione di ogni app store per poter pubblicare, evitando di delegare l’operazione a consulenti o aziende esterne per evitare in futuro problemi legali con l’utilizzo dell’app
  • Decidere i prezzi, la disponibilità (quali paesi e aree geografiche) ed eventuali campagne promozionali
  • Predisporre testi descrittivi, immagini e video promozionali da caricare su ogni store, seguendo le specifiche tecniche di ciascuno
  • Invia l’app per la revisione e l’approvazione su ogni store
  • Visualizzare lo stato dell’app e risolvere eventuali problemi di revisione fino all’approvazione finale

Tutte le fasi descritte fin qui costituiscono i passaggi chiave per creare un’app. Stabilire il costo di tutto il processo in termini di tempo e denaro è piuttosto difficile. Il solo costo di sviluppo può variare da poche migliaia di euro a decine di migliaia per lo stesso progetto, contribuendo a rendere molto difficile la scelta della giusta strategia e del giusto interlocutore. Spesso si troveranno figure professionali in grado di coprire solo una parte del progetto (programmazione, design, comunicazione, gestione store ecc.), pertanto il successo finale dipenderà da una buona conoscenza di tutti i passaggi.

Le opere di consultazione su carta (dizionari, enciclopedie, manuali ecc.) offrono da sempre un’immagine di grande qualità e solidità, motivo per cui vengono percepite come strumenti in grado di durare nel tempo. L’acquisto di un dizionario o di un’enciclopedia si fondava sulla convinzione che ne avrebbero usufruito anche le generazioni future, tanto quel tipo di informazioni non sarebbe cambiato nel tempo.

In realtà, nel corso degli ultimi decenni le opere di consultazione si sono evolute radicalmente, in linea con le grandi innovazioni che hanno interessato l’editoria: oggi sono disponibili versioni per computer, per dispositivi mobili per non parlare della miriade di applicazioni online più o meno gratuite. Tuttavia, malgrado i vantaggi offerti dalla tecnologia, certe abitudini cristallizzate rimangono difficili da scalfire: se ci serve un dizionario, ci si orienta al tradizionale volume di carta in libreria, meglio se di un autore/editore noto e consolidato (è utile, dura nel tempo, fa bella figura in soggiorno), mentre per la versione elettronica si preferisce qualcosa di gratuito, rinunciando non di rado alla qualità.

Lavoro da tempo alla progettazione di strumenti di consultazione come dizionari ed enciclopedie e non riesco a trovare la risposta in grado di spiegare perché è preferibile spendere più del doppio per usufruire dello stesso contenuto, soprattutto se consideriamo i pro e i contro delle due alternative.

Convenienza

  • L’app di un dizionario o di un’enciclopedia offre lo stesso contenuto della versione stampata, che è il risultato di anni di lavoro dell’autore, ma costa meno
  • Un’app può essere installata su più dispositivi (PC, smartphone, tablet ecc.) ed è sempre disponibile ovunque si trovi l’utente
  • Le app vengono generalmente aggiornate periodicamente in modo gratuito, mentre una nuova edizione stampata obbliga all’acquisto di un nuovo volume a prezzo pieno

Funzionalità

  • Un’app offre spesso l’indice delle voci che consente di cercare le corrispondenze digitando solo alcuni caratteri
  • Le funzionalità di ricerca sono molto più flessibili nelle app. Mentre su carta bisogna sfogliare faticosamente, un’app consente di
    • Cercare lemmi, anche per approssimazione
    • Cercare nella fraseologia trovando tutte le voci dell’opera che contengono il criterio di ricerca
    • Cercare a tutto testo, trovando tutte le voci che contengono il criterio all’interno della definizione
    • Cercare selettivamente per ambiti, ad esempio, solo nei sostantivi o nei verbi
    • Memorizzare la cronologia delle ricerche effettuate per tornare rapidamente a una voce da consultare
  • L’interfaccia di un’app può essere in più lingue, consentendo in tal modo di essere utilizzata anche da utenti di altri paesi

Una corretta valutazione di questi aspetti dovrebbe portare inevitabilmente a privilegiare la scelta di un’app rispetto al volume stampato, ma il peso della carta trasmette spesso un’idea di maggiore consistenza contribuendo a falsare il valore percepito.

 

 

Negli ultimi decenni il software ha fatto passi da gigante: in molti settori, come ad esempio la grafica e l’editoria, sono stati realizzati programmi che hanno ridefinito lo standard nei processi di lavorazione. Tuttavia, tutta questa potenza non garantisce che chi li utilizza sia un bravo grafico o un bravo impaginatore. Lo stesso è accaduto negli ultimi anni con Internet.

Avere un sito è diventato un must per blogger, professionisti e aziende. A tal scopo sono disponibili numerosi strumenti, piattaforme e template che consentono di realizzare siti con estrema facilità e rapidità, con il risultato che molti si credono e si spacciano per web designer professionali.

In realtà, creare e gestire con efficacia qualsiasi sito richiede professionalità, esperienza e una combinazione di fattori che coinvolgono varie competenze e capacità. Ecco alcune domande da porre a chi dovrà realizzarlo.

Layout: semplice e immediato

Pagine troppo affollate creano confusione e frustrazione nei visitatori, costringendoli a esaminare grandi quantità di link e immagini per trovare ciò che li interessa. La semplicità rende i siti più facili da usare. La prima impressione è sempre quella che conta, e vale anche per i siti Web. La scelta di un buon progetto grafico è indispensabile per trattenere i visitatori e spingerli a proseguire la navigazione.

Navigazione intuitiva e coerenza

Nulla è più frustrante di non trovare quello che cerchi su un sito web. Le pagine devono essere ben organizzate, con una struttura gerarchica ottimizzata che consenta di accedere facilmente alle varie sezioni del sito. Il visitatore non deve avere la sensazione di visitare un nuovo sito ogni volta che apre una pagina. La coerenza è indispensabile come fattore rassicurante e contribuisce a rendere più agevole la navigazione.

Responsive o no?

Ai siti web si accede ormai da qualsiasi dispositivo: computer, smartphone, tablet, ecc. È quindi fondamentale che il sito appaia correttamente su ogni dispositivo e su ogni schermo assicurandosi di implementare uno stile responsive.

strong>I contenuti sono cruciali

Per quanto bello, un sito con contenuti confusi e poco chiari è solo una conchiglia vuota. È essenziale conoscere bene lo scopo del sito e realizzare contenuti mirati in linea con il messaggio da trasmettere. Non dimentichiamo che il mouse è come un telecomando…. basta un clic per andare altrove. E i contenuti vanno aggiornati e rinnovati regolarmente.

Test, indicizzazione e motori di ricerca

Fare clic e vedere il famoso messaggio “404” di pagina non trovata è il primo passo per far scappare I visitatori. Ogni sito deve essere controllato e testato a fondo con strumenti adeguati e con una certa frequenza.

A questo si aggiunge la scelta mirata delle parole chiave per promuovere il sito nei motori di ricerca, compito che spesso richiede il coinvolgimento di aziende specializzate.

Social e sicurezza

La condivisione dei contenuti del sito o del blog richiede la configurazione di tutti gli account necessari (Facebook, Twitter. Ecc.) e un lavoro corrispondente di gestione anche in questi ambiti per promuovere con ulteriore efficacia.

Non meno importante è la sicurezza del sito. Evitare spam e attacchi di qualsiasi genere è essenziale per evitare che questo venga bloccato o utilizzato per altre attività indesiderate.

Quindi…

Questi sono solo alcuni degli aspetti che entrano in gioco per realizzare e gestire un buon sito, sufficienti per capire che l’improvvisazione non paga. Certo, chiunque può decidere di usare un template o le procedure guidate dei siti di hosting, ma se vogliamo un risultato di qualità, gestito in modo continuativo, non c’è dubbio che è meglio scegliere esperienza e professionalità.

La straordinaria diffusione di smartphone e tablet è accompagnata da uno sviluppo esponenziale di app per questi dispositivi. Non c‘è azienda che prima o poi non prenda in considerazione l’idea di fornire ai propri clienti un nuovo metodo per fruire di servizi, informazioni, intrattenimento e altro.

Le fasi di progettazione, sviluppo, test e commercializzazione di un’app coinvolgono diverse figure professionali: Web designer, progettisti di interfaccia, programmatori, esperti di marketing e così via. Tutto questo ha dei costi, che possono variare notevolmente in base alle scelte di sviluppo e al tipo di app da realizzare.

Indipendentemente dalla dimensione dell’azienda, la decisione critica da prendere riguarda l’approccio allo sviluppo e aggiornamento delle app.

Outsourcing? In-house?

Entrambi gli approcci offrono vantaggi e possono produrre ottimi risultati, tuttavia il vantaggio strategico di ciascuno è legato alle caratteristiche specifiche di un’azienda e agli obiettivi di ogni progetto.

Lo sviluppo di app con un team interno offre un maggiore controllo sui progetti, una migliore collaborazione e una maggiore reattività nell’affrontare i problemi che si presentano.

La scelta dell’outsourcing offre invece vantaggi in termini di risorse, carichi di lavoro e gestione del workflow, lasciando al committente la possibilità di focalizzarsi sugli aspetti commerciali e promozionali. Lo svantaggio è un minore controllo sul progetto e il rischio di subire i tempi del fornitore esterno, soprattutto quando entrano in gioco aggiornamenti, nuove release, bug fixing, ecc.

La risposta a questo dilemma è difficile, molto spesso la decisione dipende dal tipo e dal numero di app che un’azienda intende realizzare, dal budget a disposizione e dalle competenze a cui può accedere.

Oppure…

C’è una terza alternativa, che consiste nel creare un giusto mix di competenze interne e outsourcing. Internamente viene mantenuta la quantità minima di risorse necessarie per definire e seguire i progetti che vengono affidati in outsourcing, acquisendo gradualmente il know-how necessario per garantire la qualità e supportare eventuali problemi con i fornitori in termini di consegne, aggiornamenti e bug fixing. All’esterno è possibile scegliere il fornitore più appropriato per i progetti, usando criteri quali costi, piattaforme di sviluppo, esperienza, ecc.

Questo richiede una figura di coordinamento dedicata che conosca a fondo l’intero ciclo di vita delle app, dalla progettazione alla commercializzazione sugli store.

Sono lontani i tempi in cui la tecnologia era rigorosamente riservata ai guru col camice bianco. Hardware sempre più potente ha posto le basi per interfacce utente sempre più intuitive che consentono di fruire della tecnologia in men che non si dica.

Tuttavia, questa immediatezza crolla miseramente non appena è necessario andare oltre la configurazione di una password, ci chiedono di configurare manualmente un account di posta elettronica o di mettere mano al router ADLS di casa. Il problema è che sotto questo strato superficiale di facilità d’uso è sempre presente il grande mondo proibito degli uomini col camice bianco e certe nozioni rimangono fondamentali per usare al meglio la miriade di dispositivi che ci circonda. Questo vale per il semplice fai da te, ma soprattutto per affrontare consapevolmente lo studio e il lavoro.

Questi sono i presupposti che mi hanno guidato nella progettazione del volume “Informatica – Manuale di teoria ed esercizi” per la collana Hoepli Test, un testo destinato principalmente a coloro che devono preparare test di ammissione universitari, concorsi pubblici o militari, ma che si caratterizza anche come prezioso strumento di consultazione per acquisire gli elementi di base necessari per muoversi nel mondo dell’informatica, sia a livello di hardware che di software.

La trattazione è stata organizzata per grandi aree tematiche bilanciando sintesi e completezza per fornire un efficace strumento che consente di apprendere tutto ciò che ruota intorno alla scienza dell’informazione, dagli sviluppi dei primi calcolatori alle reti, internet e ai moderni strumenti di comunicazione.

Ogni area trattata è corredata di numerosi esempi pratici. In fondo a ciascuna area è presente una serie di esercizi, sempre completi di soluzione commentata, per un rapido apprendimento.

Il volume si conclude con un glossario dei termini per richiamare i concetti principali che devono far parte del bagaglio informatico di ciascuno.

La parola “enciclopedia” è ormai diventata sinonimo di “Wikipedia”, e vice versa. In meno di due decenni questo straordinario strumento di consultazione si è consolidato come la più importante risorsa di conoscenza in Internet. Il problema è che per molti è diventata anche l’unica, mettendo gradualmente nel dimenticatoio opere che vantano una lunga storia di eccellenza e qualità riconosciuta. Questa evoluzione ha messo in crisi anche il concetto stesso di enciclopedia e la sua funzione.

Un’enciclopedia è un’opera di consultazione che contiene informazioni su un’ampia varietà di argomenti o anche solo su determinati ambiti. L’obiettivo di dare una forma sistematica alle conoscenze umane rende questi strumenti il veicolo ideale per molte attività di studio e ricerca.

 

Ricerca accademica

Tradizionalmente, le ricerche scolastiche comportavano un grande lavoro di consultazione che si divideva tra scuola, casa e biblioteca. Oggi, capita sempre più che queste attività di studio si limitino a cercare e stampare una pagina di Wikipedia, a scapito di qualsiasi approfondimento. In realtà, l’enciclopedia dovrebbe costituire un buon punto di partenza, non di arrivo, offrendo buoni spunti di approfondimento verso opere più specifiche. Le enciclopedie più note e accreditate forniscono l’opportunità di aggiungere fonti più legittimate a ricerche, presentazioni e tesi. La credibilità è importante perché molto spesso le fonti online non sono verificate con precisione.

Ricerca personale

Una buona cultura personale non è utile solo nei salotti, e per coltivarla e ampliare le proprie conoscenze le enciclopedie costituiscono uno strumento ideale. Oltre alle opere di carattere generale, troviamo enciclopedie dedicate ad ambiti specifici, come medicina, giurisprudenza, musica, storia, e così via. Queste ultime forniscono informazioni più approfondite rispetto a quelle di tipo generale, mentre le prime costituiscono un ottimo punto di partenza per avventurarsi in approfondimenti.

Ricerca professionale

Le enciclopedie generali offrono un quadro complessivo su un’ampia varietà di argomenti mentre quelle settoriali offrono informazioni dettagliate su temi specifici. Qualsiasi professione che richiede frequenti consultazioni ha sicuramente un’enciclopedia dedicata. Troviamo, ad esempio, enciclopedie dedicate alla psichiatria, al diritto, all’economia, alla medicina e a molti altri ambiti. I professionisti le utilizzano per controllare dati, fatti, eventi o per ottenere ulteriori informazioni su particolari argomenti.

Oltre la carta…

Anche se è passato di moda esibire le enciclopedie nella libreria del soggiorno, non significa che questi strumenti di consultazione abbiano perso la loro funzione. Ogni biblioteca pubblica e scolastica offre numerose opere di questo tipo. Non solo, il progresso tecnologico degli ultimi decenni ha consentito di offrire strumenti di consultazione in formato elettronico. Alla tradizionale fila di volumi cartacei sono state aggiunte versioni su CD/DVD e online che rendono molto più veloce ed efficiente la consultazione.
Tuttavia, in Internet possiamo trovare di tutto: opere di qualità con un nome rispettato e consolidato, e altre più improvvisate che hanno il solo scopo di attrarre visitatori ma che sono spesso suscettibili di inesattezze, parzialità e scarsa affidabilità.

Qualche novità

In tema di opere che hanno una storia di successo e una qualità convalidata da un lungo successo in libreria, voglio segnalare la trasposizione su app di alcune enciclopedie, sia tematiche, sia di carattere generale, alle quali ho anche contribuito per le fasi di sviluppo e commercializzazione, Le app possono essere utilizzate su svariate piattaforme mobili (iOS, Android, Kindle) oltre che su sistemi con Windows 10, sono sempre consultabili offline (non richiedono una connessione a Internet), cosa che le rende agili strumenti da avere sempre con sé all’occorrenza.

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Un sempre maggior numero di utenti preferisce l’utilizzo di dizionari online rispetto alle tradizionali versioni stampate. Il dato è confermato dalla continua diminuzione delle vendite di queste opere nelle librerie.

D’altra parte è comprensibile che di fronte a una spesa che spesso supera i 100 euro, molti preferiscano utilizzare le versioni online o elettroniche, che spesso sono gratuite o accessibili a prezzi decisamente inferiori. Tuttavia, accantonando per un istante la questione economica, viene da chiedersi se l’avvento dei dizionari elettronici e online offre un’alternativa effettivamente migliore rispetto alla tradizionale offerta stampata. Vediamo alcuni pro e contro che possono aiutarci a capire meglio.

Consultazione

dizionari-copiaIn un dizionario stampato, la ricerca di un lemma richiede un certo sforzo mentale e fisico. Bisogna sfogliare le pagine per trovare la sezione corretta nell’ordine alfabetico, quindi si devono scorrere le voci fino a trovare quella desiderata. Questo lavoro di lettura delle voci può rivelarsi lungo e noioso ma spesso aiuta a trovare anche altri termini nel contesto, facilitando l’apprendimento di nuove parole, e aiuta a tenere la mente in esercizio, un po’ come fare i calcoli a mente e non con la calcolatrice.
La ricerca in un dizionario elettronico è molto più rapida, spesso è sufficiente digitare alcuni caratteri per accedere direttamente al lemma desiderato. È inoltre possibile eseguire ricerche di frasi o idiomi a tutto testo e trovare tutti i lemmi corrispondenti, opzione molto utile per chi viaggia all’estero e vuole trovare modi di dire locali frugando nella fraseologia.

Praticità

Un dizionario cartaceo non richiede elettricità o una connessione a Internet e non si blocca a causa di qualche problema software o hardware. Inoltre, si rivela utile in molte circostanze, ad esempio, laddove regolamenti specifici vietano l’uso di dispositivi elettronici, i luoghi privi di copertura, il divieto di utilizzare dispositivi in aereo, durante lo svolgimento di esami, ecc.
Per contro, il dizionario elettronico ormai può essere portato con sé ovunque, su un PC o su uno smartphone, senza il peso e l’ingombro di un volume di migliaia di pagine. Non solo, la quantità di informazioni che può offrire un dizionario online è decisamente maggiore rispetto a quella di un dizionario stampato.

Costo

Il problema del costo ha certamente contribuito alla radicale diminuzione delle vendite delle tradizionali opere su carta. Un buon dizionario può ancor oggi costare più di 100 euro, anche se sono spesso disponibili versioni ridotte a prezzi più vantaggiosi (a scapito della ricchezza dii contenuti).
Nel modo elettronico, ci troviamo invece di fronte a un’offerta estremamente ampia di dizionari gratuiti o a prezzi decisamente contenuti. Basta una connessione ed è possibile scaricare rapidamente un dizionario in pochi istanti e consultare ciò che serve, per non parlare dei dizionari multilingue online.

Aggiornamento

Le tradizionali versioni su carta venivano aggiornate con nuove edizioni pubblicate a distanza di anni, spesso in prossimità dell’esaurimento delle scorte di magazzino.
Un dizionario online può essere aggiornato, sia a livello di software sia a livello di contenuti, in qualsiasi momento. La popolarità dei social ha poi consentito di aumentare l’interazione con gli utenti, che possono così contribuire allo sviluppo dei contenuti con commenti e segnalazioni o con la creazione di dizionari specializzati o personalizzati, non sempre tuttavia con risultati soddisfacenti.

Qualità

I migliori dizionari stampati venivano e vengono creati da team di esperti linguisti attraverso un lungo e accurato lavoro di redazione. Importanti autori (ed editori) hanno contribuito a realizzare opere riconosciute in tutto il mondo per la loro qualità. Ciò è confermato dal fatto che i dizionari sono spesso noti con il nome dell’autore (qualche esempio: “lo Zingarelli”, “il Gabrielli” o “il Devoto Oli”) che ne denota immediatamente il contenuto (dizionario di italiano piuttosto che di inglese) e di conseguenza l’attendibilità dei contenuti.

Nel caso dei dizionari elettronici e online, spesso è meno chiaro chi sia l’autore, chi ha scelto e redatto i lemmi e quali fonti ha usato. Gran parte delle offerte gratuite viene realizzate con l’unico scopo di conquistare il maggior numero possibile di utenti a cui propinare banner pubblicitari. Anche l’effetto social, citato prima, e lo sviluppo di comunità online contribuisce ad accrescere la confusione: se da una parte l’interazione può stimolare e accelerare lo sviluppo di contenuti, dall’altra spesso non viene sottoposta ad adeguate procedure di controllo qualitativo.

Fortunatamente, il patrimonio accumulato su carta non viene sprecato e le stesse versioni dei dizionari che troviamo su carta ora vengono progressivamente trasformate in strumenti di consultazione disponibili tramite il Web oppure sotto forma di applicazioni per le varie piattaforme di sistemi operativi. Queste proposte spesso hanno un costo, che però è generalmente inferiore al corrispondente cartaceo e viene certamente compensato dalla qualità del prodotto.

Un esempio di offerta online è quello proposto dal sito Web della società eLexico, dove è possibile trovare i più importanti dizionari pubblicati in Italia. Un abbonamento consente di accedere in qualsiasi momento al dizionario desiderato, con la possibilità di scaricare anche una versione di consultazione offline.

Un’altra iniziativa interessante è quella di Edigeo, che ha avviato la pubblicazione di molti dei più noti dizionari ed enciclopedie italiani in forma di app da utilizzare sui dispositivi mobili iOS e Android e sui PC e smartphone che utilizzano Windows 10. Le app sono disponibili sui principali store online e offrono una soluzione interessante soprattutto per chi fa un uso intensivo e professionale di questi strumenti di consultazione (traduttori, studenti, viaggiatori, ecc.).

Uno dei settori che ha vissuto, e sta vivendo, una radicale trasformazione per effetto dei progressi tecnologici che si sono avuti negli ultimi decenni è sicuramente l’editoria e le figure professionali che storicamente fanno parte della sua filiera, come ad esempio, redattori, traduttori e grafici.

Queste figure che si erano consolidate nel tempo grazie a processi cristallizzati e legati prevalentemente a tecnologie analogiche sono state rivoluzionate completamente dall’avvento di un intero mondo di nuovi strumenti digitali. PC, scanner, stampanti e tablet supportati da una miriade di programmi e formati, per non parlare di Internet e dei nuovi metodi di fruizione dei contenuti che porta con sé, hanno determinato negli ultimi decenni una rapida evoluzione dei processi di realizzazione del prodotto editoriale.

Questo sta richiedendo l’acquisizione di nuovi livelli di professionalità che superano le tradizionali barriere di specializzazione. Un redattore deve conoscere quali programmi usare per realizzare un libro su carta o un ebook, un traduttore deve districarsi tra programmi di traduzione assistita e cosiddetti strumenti di proof-reading, un grafico può trovarsi a gestire lo stesso contenuto per la stampa e per il Web con ovvie differenze operative.

redazione20Questa grande trasformazione trova riscontro in due opere editoriali, curate da Edigeo su incarico dell’Editrice Bibliografica. Il primo volume, Manuale di redazione, è stato pubblicato nel 1998 e costituisce una guida di riferimento sulle tecniche di redazione tradizionali.

Di fronte ai cambiamenti che si sono avuti negli ultimi anni, si è posta l’esigenza di proporre un nuovo strumento di conoscenza che affrontasse molti e disparati temi, dall’uso di Internet in redazione alla gestione dei documenti digitali, dal trattamento delle immagini allo sviluppo di prodotti digitali.

Questo nuovo manuale – denominato Manuale del redattore 2.0 e destinato al mondo della produzione editoriale ­ curato sempre da Edigeo e al quale ho collaborato con la stesura di alcuni capitoli, si affianca al precedente per offrire una guida di orientamento in un mondo caratterizzato da una straordinaria ricchezza di soluzioni innovative che cambiano quotidianamente il modo di lavorare in redazione. E per questo, cerca non tanto di offrire risposte precise e puntuali che la rapida evoluzione delle tecnologie renderebbe presto obsolete ma una visione molto aperta su un mondo in continuo cambiamento nel quale la stessa forma libro viene messa in discussione.

 

 

In genere la si considera a posteriori, quando il computer è già stato quasi riempito di dati, ma la questione del nome da assegnare ai file è da sempre un tema delicato e sottovalutato. La maggior parte degli utenti inizia a creare file assegnando spesso nomi improvvisati o che si ritenga siano intuitivi al momento, spesso si creano cartelle senza un ordine preciso, magari accatastando i file sul desktop in modo disordinato 8mai visto quei terribili desktop sommersi di icone alla rinfusa?).

Il problema sorge quando a un certo punto si pone l’esigenza di trovare una certa relazione o una fotografia scattata qualche anno fa e ti trovi a rovistare disperatamente in quel disordine di cui sei causa. È vero, il tuo sistema operativo ti offre una funzione per cercare il file, ma se non ricordi nemmeno una parte del nome o del contenuto o, peggio ancora, se si tratta di un’immagine (che non ha contenuto di testo), il problema inizia a diventare antipatico.

Passando al mondo professionale, le cose sono ancora più delicate. Le informazioni devono rimanere accessibili nel tempo, indipendentemente dall’avvicendamento del personale, devono essere rapidamente recuperabili per qualsiasi esigenza di lavoro o nella malaugurata eventualità di qualche contenzioso legale. Inoltre, sempre più stanno prendendo piede sistemi di archiviazione elettronica dei documenti che impongono di scegliere i criteri più appropriati per catalogare montagne incredibili di dati.

Organizzare correttamente file e cartelle assegnando nomi appropriati diventa quindi un requisito di produttività e lungimiranza. È un lavoro che deve essere fatto preventivamente, magari non appena si acquista un PC, e richiede coerenza e precisione nel tempo. Alcune linee guida per affrontare il problema in modo ragionato e commisurato a ogni specifica esigenza sono riassunte nel pratico ebook che è possibile visualizzare o scaricare di seguito.

Visualizza l’ebook Linee guida per la denominazione dei file